ric porcelli
Il pittore Ric Porcelli,
un bel dì perse i pennelli,
prese allor lo spazzolino
(quello appeso al lavandino).
Senza troppe
lamentele
fece subito tre
tele.
“Guarda qui ma
che bel tratto…”
fece il critico,
Teo Gatto.
Sul giornale, il giorno appresso,
lo portò dritto al successo.
Declamato straordinario
Ric divenne milionario.
E così da quel
mattino
non buttò lo
spazzolino,
cambiò solo un
po’ i colori,
già dormendo
sugli allori.
Ma la gente, per disdetta,
cambia idea ed anche in fretta
(gira come gir la giostra)
e così ad una mostra
ai suoi bei
capolavori
tira addosso
pomodori:
“Ha perduto il
suo talento,
il suo tratto si è
già spento…”
Pure Teo (che faccia tosta).
“Ogni quadro è una crosta:
io lo dissi il primo giorno,
questo qui non vale un corno!”
Ric si sente un
po’ spiazzato
triste, solo e
dileggiato:
“Mi han
dimenticato in fretta,
chi mi paga la
bolletta?”
Lui però non vuol mollare
ed a forza di pensare,
ha trovato l’artificio,
quel di usare il dentifricio...
e così lui butta
fuori
i tubetti dei
colori
e dipinge cose
varie
con la pasta
anticarie.
Viene fuori bella vista,
un naïf impressionista
dal contrasto profumato,
che ha successo sul mercato.
Ric però non si
scompone,
ha imparato la
lezione:
“Non ne vale più
la pena:
questo mondo è
un’altalena!”
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