ric porcelli


Il pittore Ric Porcelli,

un bel dì perse i pennelli,

prese allor lo spazzolino

(quello appeso al lavandino).

Senza troppe lamentele

fece subito tre tele.

“Guarda qui ma che bel tratto…”

fece il critico, Teo Gatto.

Sul giornale, il giorno appresso,

lo portò dritto al successo.

Declamato straordinario

Ric divenne milionario.

E così da quel mattino

non buttò lo spazzolino,

cambiò solo un po’ i colori,

già dormendo sugli allori.

Ma la gente, per disdetta,

cambia idea ed anche in fretta

(gira come gir la giostra)

e così ad una mostra

ai suoi bei capolavori

tira addosso pomodori:

“Ha perduto il suo talento,

il suo tratto si è già spento…”

Pure Teo (che faccia tosta).

“Ogni quadro è una crosta:

io lo dissi il primo giorno,

questo qui non vale un corno!”

Ric si sente un po’ spiazzato

triste, solo e dileggiato:

“Mi han dimenticato in fretta,

chi mi paga la bolletta?”

Lui però non vuol mollare

ed a forza di pensare,

ha trovato l’artificio,

quel di usare il dentifricio...

e così lui butta fuori

i tubetti dei colori

e dipinge cose varie

con la pasta anticarie.

Viene fuori bella vista,

un naïf impressionista

dal contrasto profumato,

che ha successo sul mercato.

Ric però non si scompone,

ha imparato la lezione:

“Non ne vale più la pena:

questo mondo è un’altalena!”


  
RIC PORCELLI (1.8 MB)
Disegno di Irene Bedino

Roberto Cavalli - Copyright 2012