storia di marta


LA PERQUISIZIONE

Il destino non bussa alle porte, le sfonda.

All'una e mezza di notte del 25 giugno 2011 i carabinieri fecero irruzione nel casolare della mia famiglia.


In cortile, le luci intermittenti delle sirene delle volanti sembrano accompagnare il pulsare ansioso del mio cuore: buio, flash, buio, flash...

La realtà che conosco è la tranquilla e operosa vita della campagna astigiana. L'incubo in cui sono caduta è un film di fantascienza. I cani abbaiano impazziti tirandosi dietro le catene. Gli occhi di mio marito, incollati alla finestra, riflettono un arcobaleno di emozioni: rabbia, stupore, paura. Soprattutto paura, anche perché è il nostro campanello a trillare minaccioso.

«Pietro dove stai andando? Sei in mutande...»


Di quella sera ricordo che c'era la luna.

Ricordo l'infradito ai piedi. Ricordo la sagoma del castello di Coazzolo stagliarsi dal profilo della collina. Ricordo che prima di andare a dormire mi ero sparata una puntata del Letterman Show per ripassare l'inglese, farmi due risate e tenere aperto un collegamento tra Castagnole delle Lanze e New York.

Ricordo di aver seguito Pietro fino all'ingresso e di avergli detto:

«Non aprire!»

O forse di averlo solo pensato. E ricordo anche di aver pensato che i carabinieri avevano sbagliato indirizzo.

«Saranno qui per i Mignone?»

I Mignone sono due vecchi pazzi con cui dividiamo il casolare ed il cortile. Proprio quell'estate ci avevano fatto causa per una cretinata. Una cretinata che loro valutavano 15mila euro.

«Magari ce li hanno mandati loro...» rispose Pietro.

Poi aprì.


  
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Roberto Cavalli - Copyright 2012